La Catena Carnica Principale, ma anche i massicci delle Alpi e Prealpi Giulie, hanno da sempre destato grande interesse dal punto di vista geologico per la presenza di una serie di successioni stratigrafiche assai ricche di fossili. Questi strati sedimentari di origine marina, che dall’inizio del Paleozoico arrivano fino alla fine del Mesozoico, sono come i fogli di un libro aperto su cui leggere la storia dell’evoluzione della vita sulla terra.
Ciò che ha prodotto questi effetti sono state le poderose spinte delle orogenesi Ercinica e Alpina, della Zolla Africana verso la Zolla Eurasiatica, che hanno determinato, in milioni di anni, il sollevamento dei fondali marini in più successioni, fino a formare la catena alpina orientale.
Ecco allora che nella zona del monte Fleons, in comune di Forni Avoltri, si possono trovare le testimonianze delle prime forme di vita, Briozoi e Trilobiti dell’Ordoviciano (450 milioni di anni fa). I massicci del monte Avanza e del Coglians fanno parte della scogliera corallina del Devoniano (350 milioni di anni fa) e sono ricchi di Brachiopodi, Gasteropodi e Crinoidi.
Nelle zone del monte Dimon e del Zoufplan appaiono affioramenti di rocce vulcaniche del Carbonifero generatesi in ambiente sottomarino, le cosiddette lave a cuscino (300 milioni di anni fa). Più a sud, si incontrano i gruppi dei monti Arvenis-Zoncolan, del Cucco-Tersadia, del Sernio-Grauzaria e dell’Amariana che sovrasta Amaro; essi si sono formati tra il Permiano e il Mesozoico (250 milioni di anni fa) e sono caratterizzati da fossili delle forme di vita più evolute: Cefalopodi e Ammoniti.
Nell’era Neozoica si sono formati i depositi più superficiali, di origine glaciale, lacustre, alluvionale o di versante che, attraverso alterne glaciazioni, conducono fino all’orografia attuale del territorio. Chi si trova a percorrere degli itinerari a piedi per andare da una malga all’altra, prestando attenzione non solo agli incantevoli scenari del paesaggio alpestre ma anche agli affioramenti rocciosi che talvolta si incontrano, potrà esercitare l’occhio a scoprire quel mondo infinito dei fossili che silenziosi e pietrificati raccontano le nostre origini.