I percorsi che portano agli alpeggi offrono lo spettacolo di suggestivi ambienti naturali, caratterizzati da rigogliosi boschi di abeti popolati da caprioli, tassi, volpi, fringuelli. Sopra Rigolato, il bosco bandito di Gracco è facilmente distinguibile in tutte le stagioni dalle peccete che lo circondano. Caratterizzato da una fitta faggetta, è un raro esempio di area boscata omogenea, costituita a difesa dell'abitato.
I comuni a fondo valle meritano tutti una visita. Nel comune di Forni Avoltri si segnala la collezione etnografica "Cemùot chi erin" (come eravamo), dove sono esposti gli attrezzi legati ai mestieri e ai lavori tradizionali, con la riproduzione di ambienti e luoghi tra l'800 e la seconda guerra mondiale. Inoltre è stata allestita una mostra permanente dal titolo: "Forni Avoltri nella Grande Guerra".
A Givigliana di Rigolato molto bello il campanile costruito nel 1951 ma decorato nel 2002 con affreschi a "graffiti", con immagini della vira rurale passata, le voci, la vacca, il bosco, il fieno, il campo di patate, l'osteria, la chiesa, la famiglia e quel focolare.
A Comeglians si segnala il tipico borgo carnico, risalente al XVII e XVIII sec. con architettura caratteristica.
A Ravascletto, importante polo turistico estivo ed invernale, da ricordare la Chiesa di San Giovanni in Campivolo abbellita dal dipinto di San Giovanni Evangelista del pittore tedesco del '700 Ignazio Baldauff, la chiesa parrocchiale di Zovello risalente XIV secolo e la chiesa parrocchiale di San Matteo Apostolo del 1718.
Le cime del Coglians, del Pal Piccolo, del Freikofel e del Pal Grande fanno da corona all’Alta Valle del Bût. Osservando la loro cruda asperità riusciamo a capire, attraverso l’emozione dei sensi, l’immane tragedia che fu la Grande Guerra nelle trincee. Percorrendo "I sentieri della memoria", dal passo di Monte Croce Carnico a Casera Pramosio è possibile visitare gli scenari del primo conflitto mondiale, con numerose testimonianze quali fortificazioni austriache e italiane restaurate e trasformate in museo storico all’aperto. Gli ampi terrazzi pascolivi che accolgono le malghe di questa zona regalano, come contraltare, una visione dolce rallegrata dalla presenza della genziana maggiore (Gentiana lutea), dell’arnica (Arnica montana), del rododendro (Rhododendron spp.) e punteggiata dalla abbondante presenza dei mirtilli (Vaccinium myrtillus).
A fondovalle si possono visitare numerosi comuni, tutti caratterizzati da notevoli punti di interesse.
A Paluzza è possibile vedere la torre Moscarda del 1200, in località "Enfretors", antico baluardo dell'efficiente sistema difensivo doganale "Castrum Moscardum". Sul colle si trova la chiesa di San Daniele Profeta del 1700, posta a controllo della strada che portava all'importante passo di Monte Croce, e vestigia di fortificazioni romane. Sono visibili anche fortini risalenti alla seconda guerra mondiale. Presso la torre è ospitato un giardino botanico alpino, con specie vegetali autoctone. Nel centro del paese, il duomo di Santa Maria ingloba l'abside quattrocentesca dell'antica chiesetta, dove lavorò nel 1555 Giuseppe Furnio, pittore sanvitese seguace dell'Amalteo, affrescando la volta costolata e le lunette. Nella stessa cappella si può ammirare l'ancora lignea di Antonio Tironi, del primo decennio del Cinquecento. Da vedere una pala del 1661 con l'immagine della Madonna del Carmine. All'interno dell'edificio sacro vi si trova un grande organo.
Nella frazione di Timau si possono ammirare dalla SS 52 bis il "Fontanon", sorgente carsica perenne particolarmente suggestiva ed il bosco bandito. Sempre a Timau, è possibile visitare la Chiesa del Cristo Re, di particolare interesse storico e religioso, che ospita un crocifisso ligneo di 15 metri, il tempio ossario ed il museo "La Zona Carnia durante la Grande Guerra". In località "ai laghetti" è stato allestito il "Centro Visite del Geoparco delle Alpi Carniche" che si pone come obiettivo di guidare il visitatore alla scoperta delle peculiarità geo-paleontologiche delle Alpi Carniche attraverso un percorso costituita da suggestive immagini di paesaggi alpini, cime maestose, valli e laghetti di origine glaciale e l'impiego di attrezzature multimediali, interattive, modelli 3D e laboratori didattici.
A Cleulis di Paluzza, dopo anni di abbandono,sono state ristrutturate e risistemate da un gruppo di volontari le stanze adibite alla pesatura e trasformazione del latte. La vecchia latteria è aperta al pubblico la prima e terza domenica di ogni mese dalle 10.30 e 12.00. per informazioni: "Albergo al cacciatore" - 0433 77 90 14 e Presidente Associazione Culturale "Latteria Sociale di Cleulis" - 0433 77 91 27oppure latteriasociale.cleulis@gmail.com.
A Cercivento è possibile visitare la "Farie di Checo", un opificio risalente al XV secolo, ristrutturato nel 1966 dopo un'alluvione. Al suo interno è perfettamente ricostruito l'intero processo di lavorazione del ferro, con tutti i congegni idraulici funzionanti, gli attrezzi del fabbro, gli strumenti ed un'esposizione dei manufatti.
A Sutrio, caratteristico paese carnico con un centro storico ben restaurato e le tipiche case in pietra che si affacciano su stradine lastricate che fanno da cornice al Borgo, si trovano le pregiate botteghe artigiane di intaglio e scultura. Di indubbio valore il Museo Etnografico e Storiografico "Gaudenzio Straulino Teno", con la Sacra Rappresentazione della Natività, attraverso un 'opera lignea che riproduce nei particolari gli usi e costumi del paese. Sul colle di Ognissanti sorge la Pieve omonima, edificata all'inizio del XIX secolo dall'architetto Francesco Schiavi di Tolmezzo, con l'antico campanile seicentesco di una precedente chiesa. Alcuni scavi all'interno delle pareti sud del colle hanno portato alla luce frammenti di capitelli e anelli di ancoraggio di ferro.
Salendo lungo la valle dopo un acquazzone o al termine di un periodo piovoso prolungato, non si contano le cascate d’acqua che precipitano dai salti dei ripidi versanti. Alcune sono davvero incantevoli per imponenza e per il loro dislivello, particolarmente suggestiva la Cascata di Salino.
L’orografia di questo territorio è inciso da profonde forre, quella più importante è la “Stua di Ramaç” cui è legata la cultura del trasporto autunnale del legname ricavato dal bosco, attraverso la fluitazione.
Salendo fino alle quote dei pascoli e a ridosso del confine austriaco, morbidi pianori erbosi e possenti massicci calcarei si alternano in affascinanti paesaggi. Nei vari sentieri che collegano le malghe di Paularo, è possibile osservare i cespugli di mirtillo nero (Vaccinium myrtillus L.) e le magnifiche fioriture di rododendri (Rhododendron spp).
Nelle vicinanze si trova Treppo carnico, località molto sensibile alla cultura, infatti, ospita la Galleria d'Arte Moderna “Enrico De Cillia”. Sorta nel 1975 con la donazione di 50 tele ad olio dei più noti artisti del Friuli Venezia Giulia, da parte del pittore e collezionista Enrico De Cillia, produzioni. In seguito, nuove opere hanno arricchito la raccolta. Vi sono esposte in particolare opere di Giuseppe Zigaina, Toffolo Anzilquali, Giorgio Celiberti, Fred Pittino, Umberto Martina, Mario Sironi, Marino Marini, Aligi Sassu. Inoltre ci sono sculture di Luciano Del Zotto, Benito Asquini ed un bassorilievo di Dino Basaldella. Spesso nella galleria vengono ospitate anche mostre temporanee d’arte o di fotografia.
La Val Chiarsò offre suggestivi punti di interesse, come la cascata in località Chiaulis e Salino e la Forra di Las Callas sul torrente Chiarsò.
A Paularo, sono famosi il Palazzo Valesio-Calice (1591), il Palazzo Calice-Screm (del XVI sec., prototipo della casa carnica), il Palazzo Fabiani-Linussio (XVII sec., dimora di Linussio, dove fu ospitato Goisuè Carducci), il Palazzo della Canonica (1674), la casa Tarussio (Côrt di Tarùsc) (XVII sec., tipica di abitazione autoctona con opere lignee di Sbrizzai ed altri intagliatori), il Palazzo Morocutti (1631) e la Mozartina, un piccolo museo musicale con una raffinata raccolta di antichi strumenti;
Numerosi sono gli edifici religiosi:
la Chiesa parrocchiale dei santi patroni Vito, Modesto e Crescenzia (1750), affrescata con un capolavoro assoluto del pittore Antonio Schiavi e con un magnifico Crocifisso, il battistero del XVI secolo e l'organo del 1764;
la Chiesa di Santa Maria Maggiore (1300) con un meraviglioso altare ligneo del 1522;
la Chiesa di San Giovanni Battista (1400);
la Chiesa di Santa Caterina d'Alessandria martire (1400) con un antico campanile medioevale e un altare del 1600;
la Chiesa sconsacrata di Sant'Antonio (1674);
il Santuario di Maria SS. Ausiliatrice del Monte Castoia (1870) con affreschi di Giacomo Monai di Nimis e la leggendaria pietra con impressa l'immagine della Madonna con il Bambino Gesù.
In Piazza Julia si trova il capolavoro monumentale realizzato da Giobatta Segalla in memoria di tutti i Caduti e dispersi, militari e civili di Paularo, nei conflitti bellici avvenuti nel 1911/1912 - 1935/1936 - 1940/1945.
A Misincinis sono stati da poco ritrovati dei resti di una necropoli celtica.
Se si scende nella Valcanale, a Pontebba si può visitare il municipio, con la bellissima facciata, gli affreschi interni e la lapide funeraria romana di "Severilla" e la chiesa parrochiale con un prezioso altare ligneo "Flügelaltar" del 1517. Altri edifici con particolare significato storico sono: Casa Micossi (sec. XVIII), Casa di Gaspero Rizzi (sec. XVII), Casa Brunetti Bonfioli de' Cavalcabò (sec. XIX), Casa Schiavi (sec. XIX) e Casa Micossi Nassimbeni (sec. XIX). Sul torrente Pontebbana, nel centro abitato, si trova un ponte storicamente famoso come antico limite tra Pontafel (Austria) e Pontebba (Repubblica veneta), fino alla Grande Guerra. In seguito il confine è stato spostato a Coccau. L'attuale struttura è stata riedificata negli anni ‘50, dopo il crollo della precedente costruzione. In Piazza Garibaldi, si trova una scultura del 1969 di Max Piccini, dedicata al centenario della nascita del compositore di “Stelutis alpinis”, Arturo Zardini.
Le malghe localizzate ai piedi della Catena Carnica, tra i passi Cason di Lanza e Pramollo, ospitano una serie di ambienti umidi peculiari come le torbiere d’alta quota. Sono le fioriture dei pennacchi, curiose piante palustri dalle sommità cotonose, a segnalare la presenza di questi delicati ecosistemi situati nelle depressioni all’interno delle praterie alpine, dove si può notare la presenza leggera della libellula azzurra e del tritone alpino.
Nei dintorni delle malghe, i comuni a fondovalle presentano numerosi punti di interesse.
A Pontebba interessante visita alla chiesa parrocchiale per ammirare il Flügelaltar, un altare ligneo datato 1517, il municipio con la bellissima facciata, gli affreschi al suo interno e la lapide funeraria di "Severilla", risalente all'epoca romana, ivi esposta. All'interno dell'abitato, si trova il ponte sul torrente Pontebbana a testimoniare il limite tra l’abitato di Pontafel e quello di Pontebba (Austria e Repubblica veneta). L’attuale struttura è stata ricostruita negli anni ‘50 a seguito del crollo del manufatto precedente. Le prime notizie scritte sulla sua esistenza risalgono al 1442. Negli anni ha visto il passaggio di principi, re e personaggi illustri, quali ad esempio Giosuè Carducci nel 1885. Ha perso la sua funzione, con la fine della Grande Guerra, perché il confine è stato spostato a Coccau. In Piazza Garibaldi, per il centenario della nascita del compositore Arturo Zardini (1969), famoso per “Stelutis alpinis” è stato eretto un monumento ad opera dello scultore Max Piccini.
Altri edifici storici sono: Casa Micossi (sec. XVIII), Casa di Gaspero Rizzi (sec. XVII), Casa Brunetti Bonfioli de' Cavalcabò (sec. XIX), Casa Schiavi (sec. XIX) e Casa Micossi Nassimbeni (sec. XIX).
A Moggio udinese si può visitare l'Abbazia di San Gallo (1119 d.c.) e il Palazzo delle Prigioni, antica torre medievale. In Val Aupa, bellissima valle ricca di caratteristici sentieri, meritano una visita le frazioni di Dordolla e di Bevorchians.
Dall'altra parte della vallata si raggiunge Paularo, con il Palazzo Calice-Screm, il Palazzo Fabiani-Linussio e la Casa Calice-Gerometta. Imperdibile la Mozartina, un piccolo museo musicale con una raffinata raccolta di antichi strumenti. Inoltre, per gli appassionati di archeologia, nella frazione di Misincinis sono stati da poco ritrovati dei resti di una necropoli.
Tra i paesaggi più suggestivi della nostra regione, vi sono sicuramente i gruppi montuosi delle Alpi Giulie.
Quest’area è caratterizzata dall’elevata piovosità e, al tempo stesso, dalla carenza di acque superficiali dovuta al diffuso carsismo in quota.
Le tre valli principali (Val Resia, Val Raccolana e Val Dogna) tra loro parallele, terminano su altopiani con insediamenti malghivi da latte.
Più in alto, stagliate contro il cielo, svettano le aspre cime calcaree dove lo stambecco, reintrodotto alla fine degli anni Settanta dopo la sua completa estinzione, regna incontrastato.
Le località che si possono visitare nelle zone limitrofe sono:
Camporosso, località turistica estiva ed invernale, ricco di tradizioni, dove si trova la chiesa parrocchiale del 1444 e la piccola chiesetta di santa Dorotea dell'anno 1000, che si trova su uno sperone di roccia. Di particolare interesse storico, le stele funeree romane.
Tarvisio con la suggestiva parrocchiale, la piazza ed il monumento al granatiere austriaco. Nei dintorni il museo della foresta ed i laghi di Fusine.
Sella Nevea, con il "park adventure" per i più piccoli.
Chiusaforte, il cui nome deriva da "la sclusa", ovvero un luogo che dal 1072 rappresentava la chiusa sulla valle del Fiume Fella dove si riscuotevano le tasse di transito. Della possente fortezza che dominava la valle rimangono alcuni resti.
Sulla strada che porta a Tarvisio, si trova Cave del Predil, famosa il Parco Internazionale Geominarario del Raibl. La miniera di piombo e zinco, ormai in disuso dal 1991, è visitabile attraverso un trenino a trazione elettrica con guida. Particolarmente curata la mostra mineraria, che illustra la vita e la storia del paese (foto, minerali, strumenti di lavoro, plastici e miniature delle macchine per la lavorazione del minerale). Pare che l’attività estrattiva risalga all’epoca preromana (800 a.C.). La galleria di Bretto, costruita per sostenere lo smaltimento delle acque circolanti nei livelli inferiori della miniera, viene ritenuta un unicum politico e geografico. Vi ha sede anche il Museo storico-militare delle Alpi Giulie, caratterizzato da un’ampia documentazione di archivio (anche straniera), reperti ed oggettistica di corredo. La visita potrà proseguire anche nelle aree di fortificazione: - Batteria sella Predil - Forte Lago Predil - Opere dell’ex Vallo Littorio. Vicino al paese sorge il Lago del Predil (Raiblersee, Rabeljsko jezero) (959 m), nota meta turistica estiva.
Prima della Valdogna, è aperto al pubblico il "Museo del territorio", a Dogna, che espone un percorso sulle particolarità paleontologiche, storiche ed etnografiche della zona e custodisce una lastra rocciosa con le impronte di un fitosauro del Triassico.
A Stolvizza (Resia) è molto suggestivo il "Museo dell’arrotino", un allestimento caratterizzato dalla presenza degli attrezzi indispensabili per lo svolgimento di questo mestiere: mole affilatrici di varie dimensioni, biciclette, antichi oggetti da taglio e numerose fotografie.
Mentre a Resiutta si trova il museo "L'attività mineraria del Rio Researtico a Resiutta" che si svolgeva presso le pendici del Monte Plauris.
Le malghe di questo comprensorio sono tra loro collegate da una viabilità in quota che consente di ammirare, percorrendola, sia i versanti nord della dorsale Tinisa – Bivera – Clapsavon, che i versanti sud delle frastagliate Dolomiti Pesarine.
La ricchezza di zone aperte favorisce la presenza del cervo e di altri ungulati oltre alla possibilità di avvistamenti ravvicinati dei rapaci che veleggiano in alto.
Merita certamente una visita Sauris, antico borgo con abitazioni e rustici realizzati con la tecnica dei block bau (tronchi di legno sovrapposti e incastrati agli angoli) ed il tetto rivestito in scandole di legno. Dal punto di vista culturale, è interessante la lingua saurana di derivazione tedesca. In paese si possono visitare il centro etnografico "'Haus van der Zahre", con al suo interno la Mostra "La storia riemersa - Cimeli di guerra / Khriekhgedeinkhn ed il Centro storiografico – Museo di S. Osvaldo, che illustrano la vita quotidiana nel corso di sette secoli, nonchè numerose botteghe artigiane. Famosi prodotti agroalimentari locali sono il prosciutto crudo IGP, lo speck e la birra artigianale.
Dal punto di vista naturalistico ed ambientale, ai bordi dell'omonimo lago, con l'imponente diga, mentre nei boschi limitrofi si possono vedere caprioli, cervi, camosci, martore, puzzole, faine, donnole, scoiattoli, ghiri, arvicole, galli forcelli e cedroni, svariati rapaci diurni e notturni e, recentemente, anche la lince e l'orso bruno.
Ampezzo è caratterizzato dalla Pinacoteca Davanzo, presso Palazzo Unfer, suggestiva raccolta di opere d'arte ed il museo geologico, con una ricca esposizione di rocce e fossili che ricoprono un arco di anni pari a 400 milioni. Altri edifici di interesse religioso e storico sono la Chiesa di San Daniele, la Chiesa della Santissima Trinità (ad Oltris) ed il Palazzo Beorchia - Nigris del secolo XVII, tipico esempio di architettura carnica.
Nella Val Pesarina, a Pesariis (frazione di Prato Carnico), il paese degli orologi, dove è stata fondata la fabbrica dei Fratelli Solari, si possono ammirare orologi e due meridiane monumentali che rappresentano l'evoluzione dell'industria locale. Sempre a Pesariis, si trova la Casa Bruseschi, tipica residenza signorile carnica del '600-'700, con l'esposizione di mobili ed utensili dell'epoca.
Ovaro è ricca di storia e di testimonianze come il "Museo Ex Miniera di Carbone" e l'"EX Miniera Creta d'Oro" che illustrano l'attività mineraria di fine ottocento-inizi novecento (frazione di Cludinico), il "Museo del Legno e della Segheria Veneziana" (località Aplis), il mulino a pietra di Baus, la necropoli Namontet, la casa delle cento finestre (a Mione) e alcuni palazzi patrizi (a Luint).
Nelle vicinanza si trova il paese di Raveo, con il Santuario della Madonna del Monte Castellano, del 1619, considerato luogo di un’apparizione (origine comune di molti santuari mariani), la Chiesetta della Beata Vergine, con il piccolo convento romitorio del Monte Castellano fondato dai frati francescani nel 1686.
La valle che ospita le sorgenti del fiume più lungo della nostra regione presenta versanti con caratteristiche diverse, infatti i pascoli bovini si trovano prevalentemente sul lato settentrionale, mentre a meridione si stagliano le vette del Cridola e del Pramaggiore.
Le malghe da latte sono posizionate nelle zone maggiormente vocate al turismo, come monte Varmost e passo Pura. Il paesaggio che si può ammirare da queste posizioni è uno dei più suggestivi, dal momento che gli alpeggi si affacciano sulle Dolomiti friulane e bellunesi.
Prima di salire in malga è possibile visitare Forni di sopra, con la caratteristica frazione di Vico, che fa parte del club dei borghi autentici d'Italia. Per il divertimento dei più piccoli, c'è un "adventure park" dedicato a loro. Forni di sotto vanta interessanti fontane ottocentesche di Tredolo, Baselia e Vico. Entrambi i due comuni sono località di villeggiatura estiva e invernale particolarmente frequentate.
Da segnalare ad Ampezzo la Pinacoteca Davanzo, presso Palazzo Unfer, suggestiva raccolta di opere d'arte ed il museo geologico, in cui sono esposte rocce e fossili che ricoprono un arco di anni pari a 400 milioni. Altri edifici di interesse religioso e storico sono la Chiesa di San Daniele, la Chiesa della Santissima Trinità (ad Oltris) ed il Palazzo Beorchia - Nigris del secolo XVII, tipico esempio di architettura carnica.
A Sauris, isola linguistica germanofona che fa parte del club dei borghi autentici d'Italia e dell'associazione Alpine Pearls, è aperto al pubblico il centro etnografico "'S Haus van der Zahre", che mostra la vita quotidiana degli abitanti della Val Lumiei nel'arco di sette secoli ed il Centro Storiografico Museo di S. Osvaldo, presso la canonica di Sauris di Sotto. Affascinante la veduta sul lago omonimo con l'imponente diga. Tale località è conosciuta anche per la produzione del rinnovato il Prosciutto crudo di Sauris I.G.P., dello speck di Sauris e di una birra artigianale altrettanto famosa: la Zahre Beer.
La diversità geologica del monte Arvenis, inserito nel contesto geologico dello Zoncolan, si riflette in suggestivi variazioni vegetazionali, tra cui l’affiancamento delle mughete alle ontanete che sovrastano i pascoli.
La carenza d’acqua ha obbligato i malghesi del passato a realizzare una serie di pozze d’alpeggio che garantiscono tutt’ora l’acqua agli animali al pascolo ma anche alla fauna selvatica.
Prima di salire in quota, è possibile visitare i paesi limitrofi:
Sutrio, caratteristico paese carnico grazie ad un centro storico ben restaurato, con le tipiche case in pietra che si affacciano su stradine lastricate che fanno da cornice al Borgo. Pregiate sono alcune botteghe artigiane di intaglio e scultura. Sul colle di Ognissanti sorge la Pieve omonima, edificata all'inizio del XIX secolo dall'architetto Francesco Schiavi di Tolmezzo, con l'antico campanile seicentesco di una precedente chiesa. Alcuni scavi all'interno delle pareti sud del colle hanno portato alla luce frammenti di capitelli e anelli di ancoraggio di ferro.
Ravascletto, che rappresenta un importante polo turistico estivo ed invernale, presenta edifici di culto pregiati quali la Chiesa di San Giovanni in Campivolo con il dipinto di San Giovanni Evangelista del pittore tedesco del '700 Ignazio Baldauff, la Chiesa Parrocchiale di Zovello (XIV secolo) e la Chiesa Parrocchiale di San Matteo Apostolo del 1718.
Sull'altro versante, ad Ovaro, nella frazione di Cludinico, è interessante il "Museo Ex Miniera di Carbone" e l'"EX Miniera Creta d'Oro" che testimonia l'attività mineraria di fine ottocento-inizi novecento. In località Aplis, sempre ad Ovaro, è stato aperto al pubblico il "Museo del Legno e della Segheria Veneziana". Interessante visita al mulino a pietra di Baus ed alla necropoli Namontet. Nella frazione di Mione si trova la casa delle cento finestre e, a Luint, i palazzi patrizi.
Zuglio, con la “Polse di Cougnes”, un posto di accoglienza e ristoro, l’orto botanico, l’osservatorio astronomico ed il campanile per la scuola di “scampanotadòrs”. Nelle immediate vicinanze erge la pieve di San Pietro del quattrocento. Sull’antica stradina da Sezza alla pieve di S.Pietro di Zuglio, sul torrente Bueda, si supera un antico ponte in pietra. In centro, nel paese, si trova il Civico Museo Archeologico Iulium Carnicum, con la mostra dei ritrovamenti e la visita agli scavi dell'antica città romana Iulium Carnicum.
Arta terme è un rinomato centro di cura e termale, caratterizzato dalla presenza di una fonte di acque sulfuree, conosciute e sfruttate fin dall’antichità. Nel capoluogo e nelle frazioni si possono visitare la Chiesetta di Santo Spirito (XV secolo), la Chiesetta di San Nicolò (XV secolo), la Chiesa parrocchiale di Piano d'Arta (1781) e la Chiesa parrocchiale di San Martino Rivalpo Valle (XV secolo).
Lauco, con il Santuario della Madonna di Trava del 1660 con le 14 mainette della Via Crucis. Questa cappella votiva o ‘maine’ è famosa per la leggenda che vi venissero fatti rinascere i bambini morti nei primi giorni di vita per poterli battezzare e assicurar loro in tal modo l'ingresso in Paradiso. Poco prima della frazione di Trava, ad Avaglio, si trova la Chiesetta di S.Michele del 1300. Siti archeologici con tracce preistoriche sorgono a Muris di Lauco ed a Chiauianis di Lauco con tre tombe di epoca romana. Case storiche e tipiche: Casa Gressani di Lauco, Palazzo Beretta del 1700, con una fontana, la latteria di Vinaio, il lavatoio di Avaglio. Nella frazione di Trava, si trova il Palazzo Beorchia, del XVII sec. che rappresenta un tipico esempio di architettura signorile carnica. Da poco, a Lauco, è stato inaugurata la Mostra permanente della Civiltà Contadina, dedicata al ciclo del latte nell’Altopiano di Lauco.
Molto famoso il canyon, Forra delle Vinadia (Tor di Meni da l'ors), considerato tra i più impegnativi dell'arco alpino, profondo oltre 200 m. Il percorso integrale della gola richiede preparazione e specifica attrezzatura alpinistica. L’itinerario è un continuo succedersi di cascate, laghetti e lunghi tratti fiancheggiati da pareti rocciose così vicine tra loro che dal fondo spesso non si riesce a scorgere il cielo. La forra prende il nome dall'antica regina dei Carni Vinadia, che si lanciò nel dirupo insieme al suo esercito per non essere catturata dai Romani che l'inseguivano.
In particolare l’Altopiano di Lauco-Curiedi è una vasta area caratterizzata da collinette, piccole valli, sorgenti e variegata vegetazione mista di campi, prati e boschi, che offrono splendidi panorami. Il sito è anche ricco di rarità naturalistiche, quali le torbiere, ovvero biotopi acquiferi con piante carnivore ed orchidee autoctone.
Sui monti che guardano il Tagliamento che si snoda fino all’Adriatico, sono posizionate le malghe di questo comprensorio.
Alcune sono adagiate sulle balze meridionali del monte Plauris, altre ai piedi del monte Cuar e del Cuarnan.
Scendo a valle dalle varie malghe ci sono comuni e paesi ricchi di storia e di incantevoli località naturalistiche.
La vicinanza al centro di ripopolamento di Cornino, rende questi pascoli spesso visitati dai grifoni che volano eleganti attorno alle cime imponenti affacciate sulla pianura friulana.
Per gli amanti dell'arte, a Verzegnis è stato istituito l'ART PARK, dove è possibile ammirare opere contemporanee di straordinario rilievo, create direttamente all'aperto da artisti di fama internazionale quali Bruce Nauman, Richard Nonas, Dan Graham, Richard Long. In località Colle Mazeit è possibile visitare un insediamento fortificato pluristratificato dal 3600 a.C al XIII sec. d. C.. Sono sopravvissute ai terremoti del 1928 e del 1976 alcune case del XVI-XVII secolo, in particolare due pregevoli costruzioni a Chiaulis e a Chiaicis. A Villa di Verzegnis si trova la Pieve di San Martino, del XVIII secolo. Nella zona del grazioso lago artificiale di Verzegnis, immerso nel verde, è possibile intraprendere varie escursioni.
Sulla strada che unisce Villa Santina e Chiaicis, sopra Riviasio, si trova una fonte d'acqua ritenuta salutare “La âga dal paradîsj/L'acqua del paradiso”.
A Preone è possibile vedere la postazione militare n. 1 del Vallo Alpino, recentemente restaurata e valorizzata come patrimonio dell'architettura fortificata. Da segnalare l'esposizione naturalistica “Preone, 200 milioni di anni”.
Nei pressi della valle, il torrente Arzino incanta con la spettacolare serie di cascate.
A Vito d'Asio si segnalano: le fonti solforose, la Cjasa das Aganas o Grotta delle Streghe, la Madonna della neve e la Falesia (palestra di roccia attrezzata con 129 vie differenti) ad Anduins, la Chiesa di San Michele Arcangelo a Vito d'Asio, la Pieve di San Martino d'Asio fra i paesi di Clauzetto e Vito d'Asio, il Castello Ceconi a Pielungo e il Cjanal di Cuna o Canale di Cuna, antiche borgate disabitate site fra i paesi di San Francesco e Tramonti di Mezzo.
Nel comune di Trasaghis vale la pena visitare il lago dei tre comuni e, a Braulins, la suggestiva chiesetta di San Michele dei Pagani, di epoca longobarda, addossata a uno sperone roccioso.
A Forgaria del Friuli e dintorni si segnala: l’Altipiano del Monte Prat, splendida conca naturale con una fauna e flora unica nel suo genere; la riserva naturale del lago di Cornino; la Casa della manualità rurale - Geis e Riscjei, esposizione di gerle e rastrelli ed il Castel Raimondo, antico sito archeologico e l'ancona del santo “San Zuan di Flavuigne ". In queste zone viene studiato il reintegro del grifone (Gyps fulvus) chiamato "Il condor di Curnin", attraverso l’omonimo progetto scientifico.
A Gemona si segnala il borgo antico con il palazzo comunale risalente al 1502, il Duomo ricco di opere d'arte preziose ed antiche, ricostruito dopo il sisma del '76 ed il museo civico con la pinacoteca di Palazzo Elti.
A Venzone immancabile visita al borgo attorniate dalle mura medievali, al Duomo perfettamente riedificato dopo il sisma del 1976, alle mummie nella cappella di San Michele ed al museo della terra nel palazzo Orgnana-Martina.
Le malghe di questo comprensorio sono raggruppate in due contesti geografici differenti: la dorsale Cansiglio-Cavallo che rappresenta la zona di confine tra Veneto e Friuli Venezia Giulia e i fondivalle delle Dolomiti friulane. Il primo, pur essendo piovoso, si caratterizza per il carsismo del territorio e la conseguente scarsità d’acqua, il secondo per i suoli ghiaiosi originati dagli apporti dei torrenti. Nei pascoli della dorsale è frequente rinvenire, nonostante la bassa quota, la stella alpina (Leontopodium alpinum).
Le malghe sono dislocate in un territorio ricco di storia e di pregiati punti d'interesse naturalistico, che rendono il contesto a fondovalle degno di visita.
A Caneva restano suggestivi ruderi delle mura di cinta e del borgo con il mastio, resti del antico maniero. Magnifico esempio di dimore signorili di campagna (XIX sec.) sono le Ville Frova, Carli, Luccheschi e Damiani di Stevenà. Si segnala anche il Santuario della "Madonna del Persego", la Chiesa arcipretale di San Tommaso Apostolo (con all'interno tre pale di Francesco da Milano) e la Chiesa di S. Lucia (XI sec.), con affreschi rinascimentali. Si segnalano anche il Museo del ciclismo intitolato a Toni Pessot e il Museo del minatore a Fratta.
Nelle vicinanze, nel Bosco del Cansiglio sono stati ritrovati resti di un accampamento di cacciatori datata 11.000 anni a.C..
Ottimi i prodotti gastronomici: quali il FigoMoro di Caneva, il formaggio di malga, l'olio extravergine d'oliva, i vini rossi ed il verdisio da Caneva, vino bianco da vitigno autoctono.
Inoltre, il Parco Archeologico del "Palù di Livenza" è interessante per i resti del villaggio palafittico e numerosissimi rinvenimenti attribuibili al Paleolitico Superiore. Notevole è anche il valore eco-ambientale dell'area. Il sito è in lista per la candidatura all'iscrizione nella lista degli antichi insediamenti sulle Alpi, patrimonio dell'Umanità tutelato dall'UNESCO.
Nei pressi di Polcenigo, si trovano la località Gorgazzo, famosa per la sorgente, spettacolare specchio d'acqua dall'intenso colore azzurro. Si tratta di un sito di incommensurabile valore naturalistico.
A Sacile, numerosi sono i punti di interesse:
la Piazza del Popolo, caratterizzata da palazzi porticati in stile veneto; il Palazzo Ragazzoni-Flangini-Biglia (XV sec.), con, al suo interno, un ciclo di affreschi di Francesco Montemezzano raffiguranti la storia della famiglia; i Torrionidi Prà Castelvecchio e largo Salvadorini, resti di antiche fortificazioni del 1300; il Palazzo Bellavitis (1600), caratterizzato da pavimenti a terrazzo veneziano. Nel cortile interno si trova pozzo ed una pianta di oleandro bianco di oltre 50 anni.
Numerosi sono gli edifici religiosi di pregio: il Duomo di San Nicolò (1496), la Chiesa della Madonna della Pietà, la Chiesa della Madonna della Pietà, (XVII sec.), la Chiesa sconsacrata di San Gregorio (XVI sec.), l'Oratorio di San Giuseppe (1600).
Ad Aviano si segnalano i resti del Castello di Aviano (X sec.), la Chiesa rinascimentale di Santa Maria e Giuliana (1589) con una statua della Pietà in pietra del XV secolo di scuola salisburghese, il Duomo di San Zenone (1832), con tre dipinti del XVI e XVII sec., la Chiesa di San Gregorio, impreziosita da un ciclo affrescato della Passione di Cristo di Gianfrancesco da Tolmezzo (XV sec.), il Santuario della Madonna del Monte (1615), considerato luogo di un'apparizione mariana e la Chiesetta di Santa Caterina (XV sec.). Nella Villa Fabris è stato creato nel 1845 uno splendido giardino all'italiana, considerato uno dei parchi più belli del FVG.
Visitando Barcis si può ammirare Palazzo Centi (XVII sec.), una meridiana ad affresco sulla facciata dell'antica osteria al centro di Barcis, opera dell'artista pordenonese Sam Pietro (1921-2010), la diga ed il lago famoso per il color verde smeraldo delle sue acque.
Gran parte del territorio di Cimolais fa parte del Parco naturale delle Dolomiti Friulane, nominato patrimonio mondiale dell'UNESCO dal 2009 (Lista dei patrimoni dell'umanità).
Nei pressi di Erto e Casso di trova il Centro visite del Parco del Dolomiti friulane, dove viene esposta una documentazione completa della tragedia del Vajont. I due borghi di Erto e Casso, per le loro peculiarià architettoniche sono una meta molto interessante. Erto è stato dichiarato monumento nazionale.
Nel comune di Claut si trova il "Museo della Casa Clautana", che illustra scene di vita quotidiana fina a metà '900, ospitato in un'abitazione tipica locale, in cui sono stati ricostruti vari ambienti con arredi e attrezzi per l'agricoltura e l'artigianato originali. Nella Chiesa di San Giorgio Parrocchiale (1823) sono conservate opere pittoriche di Tiburzio Donadon e pregevoli altari lignei.
Si segnalano le "Orme del Dinosauro" impresse su un grande masso nei pressi di "Malga Casavento" in Val Gere e la Grotta del Landre Scur, con, all'ingresso, un antro alto diverse decine di metri.
Una particolare avventura può essere vissuta al Parco tematico Tree Village, il Villaggio sugli Alberi più grande del mondo, dove si può anche pernottare, sito nell'Alta Valcellina nel comune di Claut.